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Nelle brevi storie di Yekta Kopan, i sentimenti sono miscelati nei racconti che fluiscono nelle rifrazioni temporali all'interno di una rete di interconnessioni, dove i protagonisti sperimentano una serie di infinite contraddizioni. Passato e presente si intersecano attraverso la tecnica del flashback, permettendo al lettore di addentrarsi nella psicologia dei personaggi, uomini e donne afflitti da manie ossessive, ancorati a un passato che non riescono, e non vogliono, dimenticare. Il dolore per la perdita di una persona amata costringe i protagonisti, tutti scrittori, a vivere nel loro ricordo, a percepirne lo spirito, instaurando con esso dialoghi improbabili da cui escono talvolta sconfitti, talvolta risanati nello spirito. "Padre, io guardo il mondo cercando di capire cosa tu vi trovassi. Lo guardo senza cercarvi un reame di pace racchiuso da confini prestabiliti. Senza il timore di essere plebeo o brutale; mi limito a imprigionarlo nelle pagine del mio taccuino, quasi fossi un collezionista".